Il Maestro e Margherita by Bulgakov

Il Maestro e Margherita by Bulgakov

autore:Bulgakov
La lingua: ita
Format: mobi, epub
ISBN: 9788880494508
editore: Guaraldi
pubblicato: 2013-07-17T22:00:00+00:00


Parte Seconda

XIX

Margherita

Seguimi, lettore! Chi ti ha detto che al mondo non esiste un amore vero, fedele ed eterno? Che al mentitore venga tagliata la lingua mendace!

Seguimi, lettore mio, segui solo me, e io ti mostrerò un tale amore!

No. Il Maestro si sbagliava quando in ospedale, nell’ora che seguiva alla mezzanotte, diceva amaramente a Ivanus˚ka che lei lo aveva dimenticato. Non era possibile. Lei non lo aveva dimenticato, questo è poco ma sicuro.

Per prima cosa dovremo svelare il segreto che il Maestro non volle rivelare a Ivanus˚ka. La sua amata si chiamava Margherita Nikolaevna. Tutto ciò che di lei il Maestro aveva detto al povero poeta era la pura verità. La descrizione della sua amata era stata fedele. Era bella e intelligente. A cui va aggiunto dell’altro: si può affermare senza tema di smentite che molte donne avrebbero dato qualunque cosa pur di cambiare la propria sorte con quella di Margherita Nikolaevna. Trent’anni, senza figli, Margherita era la moglie di un professionista, autore tra l’altro di una scoperta rilevante e di importanza nazionale. Un uomo giovane, bello, buono e onesto che adorava la moglie. Margherita Nikolaevna e il marito occupavano da soli l’intero attico di una splendida palazzina immersa nel giardino di uno dei vicoli nei pressi dell’Arbat. Un posto incantevole! Chiunque potrà appurarlo, recandosi all’occorrenza in quel giardino. Si rivolga pure a me, gli fornirò l’indirizzo e gli indicherò la strada: la palazzina è tuttora in piedi.

A Margherita Nikolaevna i soldi non mancavano. Margherita Nikolaevna poteva comprarsi qualsiasi cosa desiderasse. Tra i conoscenti del marito c’erano anche persone interessanti. Margherita Nikolaevna non toccava mai i fornelli. E non conosceva gli orrori della coabitazione. Insomma... Era una donna felice? Mai stata, neanche per un attimo! Dal giorno in cui, diciannovenne, si era sposata ed era finita in quell’edificio, non aveva saputo che cosa fosse la felicità. Numi! Ma che altro voleva quella donna?! Che cosa voleva quella donna, nei cui occhi brillava sempre un’indecifrabile scintilla, che cosa voleva quella strega leggermente strabica da un occhio e che quella primavera si era ornata di mimose? Non lo so. Non ne ho idea. Evidentemente aveva bisogno di lui, del Maestro, non era una bugia, e non di quell’edificio gotico, o del giardino privato, o dei soldi. Lei lo amava, non era una bugia. Anche a me, narratore dedito al vero ma persona a lei estranea, si stringe il cuore al pensiero di cosa deve aver passato Margherita quando, il giorno successivo, arrivò a casa del Maestro senza essere - fortunatamente - riuscita a parlare col marito non rincasato all’ora prevista, per scoprire che lui non c’era più.

Aveva fatto di tutto per rintracciarlo, ma, come ovvio, non era riuscita a sapere un bel niente. Allora aveva fatto ritorno nella sua palazzina, a vivere come e dove viveva prima.

— Sì, sì e poi sì! È stato questo l’errore! — si ripeteva Margherita quell’inverno, seduta davanti alla stufa con lo sguardo fisso sul fuoco. — Perché quella notte l’ho lasciato solo? Perché? È stata una pazzia! Il giorno dopo sono tornata come gli avevo promesso, ma era troppo tardi.



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